Blocchi psichici e genesi dei condizionamenti
Nella nostra società i blocchi emozionali sono quasi sempre collegati a condizionamenti culturali negativi. Abbiamo vissuto millenni di cultura basata sull’agressività, il potere, il patriarcato e la divisione, e tutto questo è profondamente inscritto nella nostra struttura psicofisica. La strategia dell’educazione e della legge è basata sulla paura del giudizio e della punizione e sul senso di colpa: spesso questo si riflette anche sul modo di fare medicina e di imporre terapie.
Quando l’essere umano viene alla luce, si trova in una situazione molto peculiare, in quanto la sua mente (l’attività della neocorteccia che lo distingue dagli altri animali) è praticamente una tabula rasa. Il suo cervello istintivo-metabolico funziona perfettamente, ma necessita di un periodo di anni di cure e di apprendimento. In questo periodo il piccolo si alimenta avidamente di ogni tipo di informazione comportamentale, emozionale e intellettuale che prende in particolare dai genitori.
Biologicamente questo apprendimento familiare dovrebbe assicurargli la migliore sopravvivenza futura e non vi è traccia di dubbio, nel sistema di credenza del piccolo, che i suoi genitori siano fidati. Avendo inventato culture, leggi e fedi rigide e, per lo più, non sperimentali, l’uomo si è esposto al rischio di accettare dei codici di comportamento e di pensiero errati o anacronistici: così è stato fino ad ora.
blocchi psicosomatici ed emotivi
I figli imparano dall’educazione
Lo stato di disgregazione, di divisione e di inquinamento dell’intero pianeta prova l’inadeguatezza dei codici etici, sociali, politici e religiosi. Da secoli, le diverse culture hanno accettato e insegnato ai loro figli dei codici basati su principi non scientifici e contro ogni logica di unità globale. Le religioni che credono ad un Dio unico sono numerose e per lo più ancora una contro l’altra. Le divisioni razziali, politiche, culturali manifestano sul piano sociale le divisioni interiori dell’uomo che separa la mente dal corpo, che considera la sessualità un tabù, che privilegia la componente psicologica razionale-
Al bambino vengono insegnati codici culturali limitanti. Spesso i dogmi, le credenze, le false assunzioni sono proprio ciò in cui ci si identifica: “sono un credente”, “sono mussulmano”, “sono fascista” o “sono comunista” sono affermazioni che sentiamo con la stessa frequenza con cui ci hanno detto da bambini quello che saremmo dovuti essere e diventare. Da qui nascono tutte le patologie, le separazioni, le aberrazioni psicologiche, le necessità di possedere, di conquistare o di rinchiudersi in se stessi e rassegnarsi. Di qui nascono la rabbia della rivolta, la schizofrenia, l’impotenza, la necessità di evadere nella droga o quella di accettare l’imposizione di un modo di vita vecchio e stereotipato come quello dei genitori.
Una medicina per l'uomo e per la Terra
L’approccio olistico garantisce la visione globale della salute umana e della “malattia”, in cui convergono cause ambientali, alimentari, comportamentali, relazionali, energetiche, emozionali, psicologiche, simboliche e spirituali. Il medico olistico deve poter comprendere questa multidimensionalità dell’essere e gli ostacoli al benessere globale sui vari livelli di esperienza. Solo una visione organica che unisca differenti campi di conoscenza umana e un modello unitario che centralizzi le varie informazioni multidisciplinari possono infatti permettere di comprendere in modo completo l’essere umano, le cause dei suoi malesseri umani e le loro cure.
La medicina olistica offre così alla medicina ufficiale l’opportunità di superare il suo attuale modello materialista-